frenuloplastica vicenza, circoncisione vicenza
L’Unità Operativa Semplice di Endoscopia/Endourologia, nell’ambito dell’Unità Operativa Complessa di Urologia, è dedicata prevalentemente alla cura:
L’Unità Operativa Semplice di Endoscopia/Endourologia, nell’ambito dell’Unità Operativa Complessa di Urologia, è dedicata prevalentemente alla cura:
Questa branca dell’Urologia si caratterizza per il fatto di operare all’interno delle vie urinarie, anche le più alte come i calici renali, con strumenti che vengono introdotti attraverso l’uretra (il canale naturale attraverso cui si urina) o meno frequentemente attraverso un piccolo foro praticato sul fianco e più profondamente sul rene; nel primo caso si tratta di interventi “transuretrali”, nel secondo “percutanei”. Il dolore postoperatorio è minimo e la degenza decisamente breve. La miniaturizzazione degli strumenti ha permesso interventi endoscopici/endourologici una volta impensabili. Ad esempio, l’ureteropieloscopio “flessibile”, che viene introdotto attraverso l’uretra e con il quale è possibile raggiungere ed operare nell’uretere (il canale naturale, di pochi mm di diametro, che trasporta l’urina dal rene alla vescica) e da qui più in alto sin nelle cavità caliceali del rene, ha un diametro esterno di poco più di 3 mm, contiene le fibre ottiche per la visione endoscopica ed uno o due canali operativi attraverso cui si introducono fibre-LASER del diametro inferiore al mezzo millimetro, pinze, cestelli e quant’altro sia necessario per il trattamento previsto.
Nel corso di tali interventi vengono impiegate le più varie e moderne tecnologie come il LASER ad Holmio, particolarmente adottato nel trattamento della calcolosi urinaria, dell’ipertrofia prostatica (HoLEP) in P.ti per i quali sia sconsigliato l’approccio endoscopico tradizionale (difetti di coagulazione, adenomi voluminosi), dei tumori delle “alte vie urinarie” che non meritino trattamenti più demolitivi. Altre tecnologie impiegate sono quella balistica (Lithoclast) e gli ultrasuoni.
I tumori della vescica, che tra quelli della via urinaria sono i più frequenti, vengono sottoposti a resezione endoscopica ed inviati per esame istologico che fornirà informazioni sul tipo di neoplasia, sul loro grado di malignità e sull’entità dell’infiltrazione dei vari strati della parete vescicale. Queste informazioni condizionano il successivo iter clinico (necessità o meno di eseguire terapie farmacologiche complementari come l’immunoterapia topica o la chemioterapia topica, porre o meno l’indicazione all’asportazione della vescica, avviare il paziente ad un programma di soli controlli endoscopici).
I tumori delle “alte vie urinarie”, quando c’è l’indicazione a farlo, vengono trattati endourologicamente grazie all’uso di strumenti miniaturizzati come l’ureteropieloscopio “semirigido” o quello “flessibile” su descritto, introdotti per via “transuretrale”; si possono biopsiare con pinza ed immediatamente sottoporre a vaporizzazione con LASER ad Holmio o sottoporre a resezione endoscopica. É raro il trattamento percutaneo di questa patologia.
La calcolosi urinaria viene sottoposta a trattamento endoscopico/endourologico quando la litotrissia extracorporea ad onde d’urto non sia indicata o sia stata inefficace. Nella calcolosi delle “alte vie urinarie” (calici, pelvi, uretere) viene privilegiato il trattamento “transuretrale” rispetto a quello percutaneo grazie all’utilizzo dell’ureteropieloscopio semirigido e/o “flessibile, analogamente a quanto già descritto per i tumori delle “alte vie urinarie”. I calcoli vengono estratti integri, quando possibile, o dopo averli frantumati con LASER ad Holmio o con energia balistica. Per i voluminosi calcoli renali si adotta, invece, l’approccio percutaneo che prevede di accedere alla via urinaria attraverso un foro praticato sul fianco e più profondamente sul rene ed attraverso il quale si introducono strumenti endoscopici il cui diametro può raggiungere al massimo quello di una matita o poco più. Anche in questo caso i calcoli possono essere estratti integri o dopo averli polverizzati con ultrasuoni o con LASER ad Holmio o con Lithoclast (energia balistica).
La calcolosi complessa delle “alte vie urinarie” può prevedere il contestuale approccio “transuretrale” e “percutaneo” , con due equipes che operano in contemporanea. L’approccio transuretrale viene privilegiato anche per la calcolosi vescicale riservando quello percutaneo, sovrapubico, ai calcoli voluminosi. I P.ti affetti da calcolosi urinaria vengono, inoltre, studiati dal punto di vista metabolico allo scopo di evidenziare eventuali fattori che li predispongano alla formazione di calcoli ed instaurare un’efficace profilassi dietetico/farmacologica.
In accordo con le raccomandazioni delle Linee Guida Internazionali, il trattamento prevalente dell’ipertrofia prostatica è la resezione endoscopica “TURP”, riservando la possibilità, in casi selezionati (ad esempio in presenza di difetti di coagulazione), di impiego di tecniche alternative quali l’enucleazione laser della prostata (HoLEP) o tecniche mini-invasive finalizzate alla vaporizzazione dell’adenoma prostatico ostruente (REZUM, greenlight laser).
Quando indicato, il trattamento endoscopico della “malattia o discinesia del collo vescicale” viene eseguito per via “transuretrale” mediante incisione del collo e della prostata (incisione cervicoprostatica o TUIP). Se correttamente eseguita elimina
l’ostruzione allo svuotamento vescicale e riduce al minimo il rischio di retrospermia (risalita dello sperma in vescica durante l’orgasmo) il che risulta di significativa importanza se si tiene conto che la patologia è prevalentemente giovanile.
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