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Approfondimento Endoscopia/Endourologia

NIGRO FILIPPO specialista in urologia

Dott. Filippo Nigro

Dirigente Medico presso U.O.C. Urologia Ospedale S. Bortolo (VI), Alta Specializzazione Endoscopia e Endourologia

Endoscopia/Endourologia

frenuloplastica vicenza, circoncisione vicenza

L’Unità Operativa Semplice di Endoscopia/Endourologia, nell’ambito dell’Unità Operativa Complessa di Urologia, è dedicata prevalentemente alla cura:

  • dei tumori della via urinaria (calici, pelvi renale, uretere, vescica ed uretra; non quelli del parenchima renale),
  • delle ostruzioni allo svuotamento vescicale dovute ad ipertrofia prostatica, a tumore prostatico, a “malattia o discinesia del collo vescicale”, a stenosi (restringimento) del collo vescicale, a stenosi dell’uretra, a calcolosi dell’uretra,
  • della calcolosi urinaria non suscettibile di litotrissia extracorporea (ESWL).

frenuloplastica vicenza, circoncisione vicenza

Questa branca dell’Urologia si caratterizza per il fatto di operare all’interno delle vie urinarie, anche le più alte come i calici renali, con strumenti che vengono introdotti attraverso l’uretra (il canale naturale attraverso cui si urina) o meno frequentemente attraverso un piccolo foro praticato sul fianco e più profondamente sul rene; nel primo caso si tratta di interventi “transuretrali”, nel secondo “percutanei”. Il dolore postoperatorio è minimo e la degenza decisamente breve. La miniaturizzazione degli strumenti ha permesso interventi endoscopici/endourologici una volta impensabili. Ad esempio, l’ureteropieloscopio “flessibile”, che viene introdotto attraverso l’uretra  e con il quale è possibile raggiungere ed operare nell’uretere (il canale naturale, di pochi mm di diametro, che trasporta l’urina dal rene alla vescica) e da qui più in alto sin nelle cavità caliceali del rene, ha un diametro esterno di poco più di 3 mm, contiene le fibre ottiche per la visione endoscopica ed uno o due canali operativi attraverso cui si introducono fibre-LASER del diametro inferiore al mezzo millimetro, pinze, cestelli e quant’altro sia necessario per il trattamento previsto.

Nel corso di tali interventi vengono impiegate le più varie e moderne tecnologie come il LASER ad Holmio, particolarmente adottato nel trattamento della calcolosi urinaria, dell’ipertrofia prostatica (HoLEP) in P.ti per i quali sia sconsigliato l’approccio endoscopico tradizionale (difetti di coagulazione, adenomi voluminosi), dei tumori delle “alte vie urinarie” che non meritino trattamenti più demolitivi. Altre tecnologie impiegate sono quella balistica (Lithoclast) e gli ultrasuoni.

tumori della vescica, che tra quelli della via urinaria sono i più frequenti, vengono sottoposti a resezione endoscopica ed inviati per esame istologico che fornirà informazioni sul tipo di neoplasia, sul loro grado di malignità e sull’entità dell’infiltrazione dei vari strati della parete vescicale. Queste informazioni condizionano il successivo iter clinico (necessità o meno di eseguire terapie farmacologiche complementari come l’immunoterapia topica o la chemioterapia topica, porre o meno l’indicazione all’asportazione della vescica, avviare il  paziente ad un programma di soli controlli endoscopici).

tumori delle “alte vie urinarie”, quando c’è l’indicazione a farlo, vengono trattati endourologicamente grazie all’uso di strumenti miniaturizzati come l’ureteropieloscopio “semirigido” o quello “flessibile” su descritto, introdotti per via “transuretrale”; si possono biopsiare con pinza ed immediatamente sottoporre a vaporizzazione con LASER ad Holmio o sottoporre a resezione endoscopica. É raro il trattamento percutaneo di questa patologia.

La calcolosi urinaria viene sottoposta a trattamento endoscopico/endourologico quando la litotrissia extracorporea ad onde d’urto non sia indicata o sia stata inefficace. Nella calcolosi delle “alte vie urinarie” (calici, pelvi, uretere) viene privilegiato il trattamento “transuretrale” rispetto a quello percutaneo grazie all’utilizzo dell’ureteropieloscopio semirigido e/o “flessibile, analogamente a quanto già descritto per i tumori delle “alte vie urinarie”. I calcoli vengono estratti integri, quando possibile, o dopo averli frantumati con LASER ad Holmio o con energia balistica. Per i voluminosi calcoli renali si adotta, invece, l’approccio percutaneo che prevede di accedere alla via urinaria attraverso un foro praticato sul fianco e più profondamente sul rene ed attraverso il quale si introducono strumenti endoscopici il cui diametro può raggiungere al massimo quello di una matita o poco più. Anche in questo caso i calcoli possono essere estratti integri o dopo averli polverizzati con ultrasuoni o con LASER ad Holmio o con Lithoclast (energia balistica).

La calcolosi complessa delle “alte vie urinarie” può prevedere il contestuale approccio “transuretrale” e “percutaneo” , con due equipes che operano in contemporanea. L’approccio transuretrale viene privilegiato anche per la calcolosi vescicale riservando quello percutaneo, sovrapubico, ai calcoli voluminosi.  I P.ti affetti da calcolosi urinaria vengono, inoltre, studiati dal punto di vista metabolico allo scopo di evidenziare eventuali fattori che li predispongano alla formazione di calcoli ed instaurare un’efficace profilassi dietetico/farmacologica.

In accordo con le raccomandazioni delle Linee Guida Internazionali, il trattamento prevalente dell’ipertrofia prostatica è la resezione endoscopica “TURP”, riservando la possibilità, in casi selezionati (ad esempio in presenza di difetti di coagulazione), di impiego di tecniche alternative quali l’enucleazione laser della prostata (HoLEP) o tecniche mini-invasive finalizzate alla vaporizzazione dell’adenoma prostatico ostruente (REZUM, greenlight laser).

Quando indicato, il trattamento endoscopico della “malattia o discinesia del collo vescicale” viene eseguito per via “transuretrale” mediante incisione del collo e della prostata (incisione cervicoprostatica o TUIP). Se correttamente eseguita elimina
l’ostruzione allo svuotamento vescicale e riduce al minimo il rischio di retrospermia (risalita dello sperma in vescica durante l’orgasmo) il che risulta di significativa importanza se si tiene conto che la patologia è prevalentemente giovanile.